Eredità e prospettive del Premio Sulmona
Francesca Romana Mainieri è un eloquente esempio di come l’attività di restauro, esercitata al massimo livello, possa aprirsi, grazie allo studio quotidianamente esercitato dei materiali e dei linguaggi, alla pittura contemporanea. Niente di mimetico e revivalistico, beninteso: ma certo la pratica di dorature e meccature, l’impiego di carte e di segni interpreti del sintetismo orientale e specificatamente cinese (Mainieri ha pure in questo Paese assolto brillantemente incarichi di restauro), unitamente al recepimento di simbolismi e cosmogonie, hanno dato vita ad un mondo pittorico elegante e silenzioso, i cui sobri segni, la forma stessa dei dipinti, la preziosità o l’umiltà dei materiali, fino alle fibre e grinze della carta, parlano linguaggi non convenzionali.
Come ricorda Simonetta Milazzo, Mainieri va ora scoprendo emozioni e passioni di accese cromie: il rosso, simile alla lacca giapponese, e, oltre l’oro, il blu oltremare.