Un viaggio a due oltre l'immagine

E’ un dialogo silenzioso, originale e convincente, quello fra le immagini fotografiche al microscopio ottico di Gian Franco Priori e i dipinti di Francesca Romana Mainieri che si presentano in questa mostra.

Un dialogo che, fin dai primi rimandi e accostamenti, svela una sintonia autentica nell’interesse per la Materia, indagata nella sua struttura più recondita, nella sua multiforme capacità di rivelarsi nella luce e di farsi essa stessa luce e colore. E se Priori della materia carpisce e rivela il più intimo segreto regalandoci istantanee sorprendenti, Mainieri ne medita sapientemente le potenzialità espressive e la valenza estetica, con raffinati collages di stoffe e carte dalla diversa texture e preziosi pigmenti coloranti.

Un percorso lavorativo comune presso lo storico Istituto Centrale del Restauro, connotato dal contatto privilegiato e quotidiano con opere d’arte diverse per epoca, materiali e tecnica, spiega almeno in parte le ragioni della ricerca parallela e osmotica di Gian Franco Priori e Francesca R. Mainieri, condotta rispettivamente nei gabinetti scientifici di biologia e nei laboratori di restauro, con approccio mai scontato e inesauribile curiosità.

A lato, i molti interessi condivisi: la storia dell’arte naturalmente, ma anche la narrativa e la poesia, la bellezza comunque e in tutte le sue forme, anche quella delle più antiche e rare specie di rose e di aquilegie, di cui è facile sentirli parlare. E l’Oriente, quello vicino, dai colori forti e assolati, gli aromi speziati, i baluginii d’oro della sabbia e delle pietre preziose, sfondo di alcuni suggestivi racconti di Francesca R. Mainieri, che recentemente hanno ricevuto anche pubblici riconoscimenti. E poi l’Estremo Oriente, il Giappone in particolare, con il suo raffinato minimalismo, le tradizionali, millenarie ed immutabili forme d’arte, la calligrafia soprattutto e da qui la carta, l’interesse di entrambi per la carta giapponese. Priori si appassiona e all’ argomento dedica anni di studio e indagini scientifiche di cui presenta i risultati in contesti di rilievo internazionale e in pubblicazioni specialistiche. Mainieri se ne serve, applica la carta su tipologie differenti di supporti in tela, ne sperimenta le delicate rugosità, le sottili increspature, la soffice trasparenza che consente di ottenere, per velature, cangianti effetti di sfumato. Lungo il percorso espositivo si snoda una successione di abbinamenti tra micro e macro immagini, di cui gli effetti cromatici e la percezione tattile costituiscono il fil rouge.

Come in un moderno, tecnologico caleidoscopio, la luce polarizzata anima nelle microscopie le fibre, che emergono in fasci multicolori di blu, giallo, verde, rosso porpora, oppure in diafane spirali rosa, oro e viola, o ancora in spugnose e sfrangiate isole d’azzurro intenso. Accanto ad esse si collocano le superfici dipinte, con rispondenze talora sorprendenti, come nel caso della Tapisserie capitonnèe o delle Galassie. Rigorosamente astratte, sono realizzate con tecnica mista su tela, dove la ricerca e l’ impiego sperimentale delle stoffe e carte si coniuga alla conoscenza delle antiche tecniche artistiche, alla consumata esperienza nell’applicazione dell’oro e nella preparazione e stesura dei colori, ora caldi e terrosi ora algidi e tersi.

 

Laura D'Agostino, Le fibre vegetali. Micro e macrocosmo. Roma, Istituto Comprensivo Regina Margherita, 19 – 26 marzo 2010.

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